ITALIAN


  • L’importanza di questo Manuale, che scrissi quando ero ancora un giovane ricercatore sotto la guida del mio maestro di cardiologia il Prof. Mario Puletti, risiede nel fatto che rappresento’ all’epoca un nuovo modello di insegnamento della elettrocardiografia.


  • Questo modello era destinato a sostituire di fatto l’insegnamento classico della ecgrafia impartito su libri strutturati tutti nella stessa maniera. Questi ultimi miravano a far comprendere le differenze esistenti tra le varie forme d’onda nel soggetto normale rispetto a quelle che si potevano osservare nei pazienti cardiopatici. Questo metodo prevedeva un propedeutico approfondimento delle basi elettrofisiologiche che generavano le onde e perciò comportava una minuziosa revisione su concetti di fisica e di chimica, spesso ostici a tutti gli studenti. Io mi trovai tra questi studenti e mi ricordo che piu’ volte iniziai a leggere uno di questi libri e piu’ volte, deluso e confuso lo abbandonai.


  • Ebbi pero’ la fortuna nel tirocinio pre-laurea di frequentare nella Clinica Medica II del Policlinico Umberto Primo Universita’ di Roma “Sapienza” https://www.uniroma1.it/it/pagina/la-storia, un piccolo gruppo capitanato da un cardiologo il Prof. Mario Puletti. Il gruppo era composto da giovani, presenti a vario titolo nei reparti di medicina interna (assistenti, frequentatori, medici interni) tutti con la passione per la cardiologia.


  • In questo piccolo gruppo l’insegnamento dell’elettrocardiografia avveniva con un metodo innovativo forse ispirato al metodo anglossassone del “ Problem solving Learning” . Nel nostro caso Il problema che doveva essere risolto era rappresentato dall’ECG del giorno, che a turno ognuno di noi proponeva al gruppo. L’osservazione del tracciato ECG scatenava il cosi’ detto “BrainStorming” , ognuno di noi diceva cosa vedeva di anomalo in quelle onde e nel loro ritmo di successione. Il moderatore guidava la discussione a volte accesa tra i partecipanti. Ognuno di noi contemporaneamente si rendeva conto di cosa non sapeva e cosa doveva andare a riguardare il pomeriggio sui libri di fisica, rivedendo solo le cose che non conosceva e che erano finalizzate alla risoluzione di quel problema del giorno.